Insegnanti o terroristi? I parlamentari di estrema destra vogliono che lo Shin Bet controlli le scuole

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Un disegno di legge che autorizza il servizio di sicurezza israeliano ad assumere e licenziare insegnanti, una politica condotta da tempo nelle scuole arabe, è così estremista che è contrario persino lo Shin Bet.

Gil Gertel

26 luglio 2023  –  +972 Magazine

In collaborazione con Local Call

 

La settimana scorsa la commissione per l’istruzione, la cultura e lo sport della Knesset ha discusso un disegno di legge che assegna allo Shin Bet, il servizio di sicurezza israeliano, poteri intrusivi nel sistema educativo del Paese. Se approvata, la legge autorizzerebbe lo Shin Bet a condurre un controllo dei precedenti di tutti gli insegnanti scolastici di nuova assunzione, rilevare le loro affermazioni nelle aule e sui social media, e persino licenziarli e revocare la loro abilitazione all’insegnamento.

Il disegno di legge, che unifica diverse versioni proposte dai membri di estrema destra della Knesset, è stato delineato come uno strumento atto a “proibire l’impiego di terroristi condannati”, creando l’impressione che la legge prenderebbe di mira solo un gruppo di persone molto specifico e pericoloso. Ma non è affatto così. Secondo il testo attuale, il divieto di assunzione non si riferisce solo a coloro che sarebbero coinvolti in “terrorismo”, ma anche a coloro che presumibilmente “sostengono” o “sarebbero collegati a” una “organizzazione terroristica”.

Cosa si intende per organizzazione terroristica? A dire il vero non lo sappiamo. In Israele il Ministro della Difesa ha l’autorità di dichiarare qualsiasi organizzazione come terroristica, con una procedura del tutto avvolta nella massima segretezza. Prendiamo, ad esempio, le sei organizzazioni palestinesi per i diritti umani che nel novembre 2021 sono state dichiarate fuori legge in quanto “organizzazioni terroristiche” dall’allora ministro della Difesa Benny Gantz nonostante non sia stata fornita alcuna prova attendibile.

Il termine è così generico che, secondo l’attuale ministro dell’Istruzione Yoav Kisch, le proteste di massa che hanno avuto luogo contro il governo nell’ultimo semestre equivalgono ad atti di “terrorismo”. Pertanto, secondo i termini del nuovo disegno di legge, un insegnante non ha nemmeno bisogno di partecipare alle proteste israeliane per essere colpevole di attività illecite: è sufficiente che esprima semplicemente simpatia per il movimento antigovernativo affinché lo Shin Bet lo ritenga un ” simpatizzante del terrorismo” e lo licenzi.

A partire da questa settimana i funzionari dello Shin Bet, della polizia, del ministero della Giustizia e delle Finanze hanno messo il comitato della Knesset di fronte alle numerose lacune giuridiche del disegno di legge e hanno chiesto delle revisioni. Tuttavia, i parlamentari ubriachi di potere sembravano determinati ad apportare dei semplici ritocchi e riportare la proposta sull’iter legislativo.

Né il Ministro dell’Istruzione né i dirigenti delle varie organizzazioni degli insegnanti erano presenti alla riunione della commissione della scorsa settimana, nonostante il fatto che la legge abbia a che fare in modo esplicito con le condizioni per l’assunzione e il licenziamento degli insegnanti. Neanche le organizzazioni di genitori e studenti hanno alzato la voce. Nessun membro ebreo dell’opposizione ha ritenuto opportuno uscire allo scoperto e difendere l’istruzione gratuita e il finanziamento statale in Israele. Solo i membri palestinesi della Knesset hanno trovato il tempo per venire a protestare contro la legge durante la riunione.

Il “segreto di Pulcinella” dello Shin Bet

Basti dire che l’idea che il governo dovrebbe avere il controllo sugli insegnanti attraverso l’apparato di sicurezza dello Stato ha un ampio sostegno alla Knesset. E non solo da parte di Netanyahu e i suoi amici fascisti.

Dall’istituzione dello Stato nel 1948 fino al 2009 Israele ha concesso allo Shin Bet la piena autorità di supervisionare gli insegnanti nelle scuole arabe del Paese, e questi sono stati monitorati, assunti e licenziati secondo la volontà dell’agenzia. Ciò è avvenuto attraverso un “segreto di Pulcinella” praticamente noto a tutti: il vicedirettore della Divisione Educazione Araba, che dipende dal Ministro dell’Educazione, è sempre stato un membro dello Shin Bet. Lui ha sempre preso parte con il suo staff alle commissioni di assunzione con il diritto di porre il veto su qualsiasi decisione.

Queste cose sono descritte in dettaglio nel libro dello storico Hillel Cohen del 2010, “Good Arabs” [Buoni Arabi, ndt.]. Attraverso l’esame di archivi di Stato consultabili, che confermano decisamente la narrazione pubblica dei cittadini palestinesi, Cohen ha descritto come lo Shin Bet compilasse un file di ogni preside o insegnante palestinese, che includeva tutte le loro dichiarazioni pubbliche nel corso degli anni. Non ci è voluto molto per fare questo lavoro. Per controllare una popolazione non è necessario che ognuno sia un collaboratore e informatore, basta che pensi che tutti gli altri lo siano.

Ad esempio, Cohen descrive come nel 1952, quando i cittadini palestinesi erano sotta la giurisdizione di un governo militare, 42 insegnanti — che all’epoca costituivano il sei per cento di tutti gli insegnanti delle scuole arabe in Israele — fossero stati licenziati perché “hanno abusato dell’opportunità data loro di educare la prossima generazione forgiandone l’immagine”. Naturalmente non sono stati condannati in nessun tribunale; è bastata una decisione arbitraria di un comandante militare.

I posti di lavoro che si sono resi vacanti sono stati poi assegnati, in segno di riconoscenza, a palestinesi che hanno collaborato con lo Shin Bet e che si sono distinti nel trasmettere informazioni alle autorità israeliane. Non era necessario che fossero qualificati all’insegnamento. Le parole sono state esplicitamente pronunciate alla conferenza dei funzionari del dipartimento responsabile degli affari arabi: “Tra i favori che possiamo fare, grazie alle nostre relazioni con il Ministero dell’Istruzione, vi è l’assunzione di insegnanti e l’ammissione di candidati all’insegnamento ai corsi [di formazione]”.

Questo terrorismo psicologico è stato applicato anche agli studenti. Nel 1958, gli studenti arabi di Nazareth celebrarono la Nakba, l’espropriazione dei palestinesi della loro patria nel 1948, tenendo una veglia silenziosa per cinque minuti. Gli insegnanti ebrei che lavoravano nella scuola hanno trasmesso le informazioni allo Shin Bet. Al preside della scuola fu chiesto di consegnare i nomi degli studenti e gli venne persino detto di informare gli studenti che: “sarà possibile che tra due anni, quando finiranno la scuola e faranno domanda per un lavoro, i funzionari governativi con il potere decisionale sull’assegnazione del lavoro ai laureati staranno in silenzio per cinque minuti in memoria della perdita della loro possibilità di carriera”.

Va da sé che la selezione degli insegnanti basata sulle loro opinioni piuttosto che sulle competenze, e la diffusione della paura tra presidi, insegnanti e studenti, ha danneggiato gravemente per decenni il sistema educativo arabo in Israele. Ha sofferto della mancanza di personale professionalmente valido, del paralizzante sospetto reciproco e dell’indebolimento del concetto stesso di educazione.

Fu solo nel settembre 2004 che il centro legale palestinese Adalah presentò una petizione all’Alta Corte per porre fine al coinvolgimento dello Shin Bet nel sistema educativo arabo. Venne posto alla luce del sole che l’intero sconvolgimento e degrado del sistema educativo era stato attuato senza alcuna base giuridica e portato a termine unicamente perché il governo israeliano aveva il potere di farlo. La petizione non venne nemmeno discussa in tribunale poiché il Ministero dell’Istruzione annunciò la cancellazione del ruolo del funzionario dello Shin Bet nel Dipartimento dell’Istruzione Araba.

“Un terribile mostro che danneggia il popolo ebraico”

Nel 2023, con la sua nuova legge, il governo israeliano vuole tornare alla vecchia realtà. Eppure i politici di estrema destra hanno affermato esplicitamente che l’intento del disegno di legge non è quello di tenere sotto controllo la società palestinese ma anche gli insegnanti ebrei-israeliani.

Il 4 luglio, nel corso del primo dibattito sul disegno di legge, i membri della Knesset hanno fatto a gara per scoprire chi fosse il più fascista. Il parlamentare Amit Halevi del Likud [partito nazionalista e di destra capofila della coalizione di governo, ndt.] ha detto, per esempio, che per licenziare un insegnante non bisogna aspettare che venga condannato per terrorismo e nemmeno che venga aperto un procedimento penale. Basta che lo Shin Bet scopra che l’insegnante “sia messo in relazione con il terrorismo”, e già “il solo fatto che si trovi in una scuola è di per sé un reato”.

Il collega di partito Avihai Boaron è andato anche oltre. Ai suoi occhi, non c’è nemmeno bisogno di aspettare informazioni dallo Shin Bet: “Il direttore generale del Ministero dell’Istruzione può farsi un’idea da quello che vede sui social media”, ha detto. In altre parole, basta ad esempio che il direttore generale navighi sulla pagina Facebook di un insegnante per poterlo licenziare e revocargli l’abilitazione.

Il parlamentare Limor Son Har-Malech del partito kahanista Otzma Yehudit [movimento ebraico della destra radicale suprematista, ndt.]  ha accusato gli insegnanti presi di mira di “presentare valori in un modo bellissimo che suona bene, ma che sotto tutti questi valori si nasconde un terribile mostro che danneggia e mina l’esistenza del popolo ebraico.”

Durante la seconda discussione del 18 luglio i funzionari dei vari ministeri hanno spiegato quanto sia inutile la proposta di legge. I rappresentanti del Ministero della Giustizia hanno sostenuto che non è possibile richiedere un controllo completo da parte dello Shin Bet di tutti gli insegnanti; una tale mossa, hanno detto, avrebbe un effetto intimidatorio che potrebbe impedire a molti di accedere alla professione. Inoltre, non è possibile escludere i dipendenti del sistema educativo dalle norme disciplinari già esistenti, che includono motivi sufficienti per la cessazione del rapporto di lavoro, come “comportamenti che possono ledere il nome del servizio statale”.

Un rappresentante della polizia israeliana ha spiegato che esiste già un sistema automatizzato attraverso il quale tutti i ministeri del governo, compreso il Ministero dell’Istruzione, ricevono informazioni sui dipendenti statali sospettati di aver commesso un crimine, nonché su quelli sotto inchiesta. Con l’ausilio di queste informazioni i ministeri competenti possono decidere se il motivo dell’indagine giustifichi la sospensione o la cessazione del rapporto di lavoro.

Inoltre un rappresentante del Ministero delle Finanze ha spiegato che la legge richiederebbe decine di milioni di shekel per l’istituzione e la gestione di un database nuovo di zecca, nonché per il controllo dei precedenti di 300.000 dipendenti.

Un rappresentante del Ministero dell’Istruzione ha inoltre spiegato che non ci sono problemi con il funzionamento attuale del sistema, dal momento che i condannati per terrorismo non occupano un impiego e che il ministero dispone già degli strumenti necessari per ottenere informazioni che consentano di affrontare la questione.

Anche il consulente legale dello Shin Bet ha ritenuto la legge del tutto inutile, affermando che l’agenzia dispone già di un’interfaccia funzionante attraverso la quale può trasferire al Ministero dell’Istruzione le informazioni che ritiene rilevanti. “Quello che state proponendo qui”, ha detto il consulente, “è di vasta portata. Nessun partito ha mai ricevuto informazioni aperte dallo Shin Bet”. Guai a noi se i diritti degli insegnanti in Israele verranno “protetti” dallo Shin Bet.

 

(Traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)