FPLP e Hamas rivendicano la responsabilità dell’attacco letale a Gerusalemme

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17 giugno 2017Ma’an News

Betlemme (Ma’an) – L’organizzazione di sinistra Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) e il movimento Hamas hanno entrambi rivendicato la responsabilità per l’attacco omicida di venerdì nella Gerusalemme est occupata, mentre, secondo una dichiarazione rilasciata sabato dal gruppo, il FPLP ha definito gli attaccanti palestinesi uccisi “eroi” del popolo palestinese.

Tutti e tre i palestinesi, che erano armati di coltelli e di un’arma automatica, sono stati uccisi sul posto dalla polizia israeliana nei pressi della Porta di Damasco nella Città Vecchia di Gerusalemme. Un’ufficiale della polizia israeliana di 23 anni è stata uccisa nell’attacco, mentre un certo numero di persone presenti sul luogo sono rimaste ferite. Il ministero della Salute palestinese ha identificato gli attaccanti uccisi come Adel Hasan Ahmad Ankoush e Baraa Ibrahim Salih Taha, di18 anni, e Osama Ahmad Dahdouh, di 19.

Mentre i media israeliani hanno riportato che il cosiddetto Stato Islamico si è attribuito l’attacco, Hamas ha smentito la rivendicazione ed ha affermato che riconoscere l’attribuzione dell’attacco al gruppo è stato un tentativo di confondere la situazione. L’affermazione di Hamas ha confermato che uno degli attaccanti era un membro del proprio movimento, mentre gli altri due appartenevano al FPLP.

In passato lo Stato Islamico ha tentato di attribuirsi la responsabilità di attacchi palestinesi, in particolare facendovi menzione sul periodico on line di propaganda del gruppo “Dabiq”. Tuttavia i dirigenti palestinesi hanno rifiutato ogni correlazione tra quello che considerano una parte della legittima resistenza palestinese contro la colonizzazione israeliana e il “terrorismo” ispirato dallo Stato Islamico.

Il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri nella dichiarazione ha affermato che l’attacco di venerdì è parte della resistenza popolare palestinese contro l’ormai cinquantennale occupazione israeliana e una “reazione naturale ai crimini dell’occupazione”.

Nel contempo il FPLP ha lodato gli attaccanti come “eroi” in un comunicato rilasciato dal gruppo e ha affermato che Baraa Salih Taha e Osama Ahmad Dahdouh erano membri dell’organizzazione.

Secondo il FPLP i tre avevano in precedenza partecipato al lancio di bottiglie molotov e pietre per opporsi “agli attacchi delle forze di occupazione e dei coloni,” lungo le strade di collegamento israeliane che portano alla colonia illegale israeliana di Halamish, che è adiacente alla loro città natale, Deir Abu Mashal, nel distretto di Ramallah, nella zona centrale della Cisgiordania occupata.

Il FPLP ha affermato che in seguito a ciò nel 2015 Baraa ha passato parecchi mesi in prigione in Israele, mentre Osama era stato in carcere per un anno nel 2014.

Il gruppo ha definito l’attacco un’ “operazione eroica” e ha affermato che è arrivato in un “momento critico per difendere la resistenza palestinese”.

Gli attaccanti erano “eroi del popolo palestinese che hanno agito per difendere i diritti del popolo palestinese con un coraggio senza pari, eludendo il controllo sionista su Gerusalemme per dirigere il fuoco della loro rabbia contro le forze in armi ed i soldati dell’occupazione,” ha sostenuto il gruppo, e ha aggiunto che “la resistenza è continua, radicata nella patria e a Gerusalemme, l’eterna capitale della Palestina.”

Il FPLP aggiunge che l’attacco manda anche un “messaggio forte, diretto” ai “leader sconfitti dell’Autorità Nazionale Palestinese, alle loro politiche e alla loro strategia”, aggiungendo che l’attacco ha evidenziato che la resistenza sta continuando ed è l’unica via per sconfiggere l’occupante.”

Nel contempo sabato i rappresentanti delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea hanno entrambi condannato l’attacco.

L’inviato della Nazioni Unite per il Processo di Pace in Medio Oriente Nickolay Mladenov in una dichiarazione ha affermato che ” simili atti di terrorismo devono essere nettamente condannati da tutti. Sono inorridito dal fatto che ancora una volta qualcuno trovi opportuno giustificare simili attacchi in quanto ‘eroici’. Sono inaccettabili e tendono a trascinare tutti verso un nuovo ciclo di violenze.”

L’ambasciatore dell’UE in Israele Lars Faaborg-Andersen ha affermato su Twitter: “Condanno gli attacchi terroristici di ieri a Gerusalemme, in cui è stato ucciso Hadas Malka. Le mie condoglianze alla sua famiglia e ai suoi colleghi.”

Secondo quanto riferito, l’ambasciatore di Israele alle Nazioni Unite Danny Danon ha anche condannato l’Autorità Nazionale Palestinese per aver incoraggiato gli attacchi attraverso il discusso programma di compensazione ai “martiri”, che fornisce sussidi finanziari alle famiglie dei palestinesi imprigionati, feriti o uccisi dalle forze israeliane.

“La dirigenza palestinese continua a dare il suo appoggio alla pace, anche se paga mensilmente i terroristi ed educa i propri bambini all’odio. La comunità internazionale deve chiedere che i palestinesi mettano fine ai loro intollerabili atti di violenza,” ha affermato.

In base alla documentazione di Ma’an, 33 palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane e dai coloni dall’inizio del 2017, mentre durante lo stesso periodo 8 israeliani sono stati uccisi dai palestinesi.

Mentre i dirigenti israeliani spesso indicano l’ “incitamento” palestinese come causa di questi attacchi, e spesso tentano di metterli in relazione con la cosiddetta “guerra al terrorismo”, i palestinesi hanno al contrario citato come le cause principali di tali attacchi le frustrazioni quotidiane e la continua violenza militare israeliana imposta dall’occupazione israeliana del territorio palestinese.

In seguito all’attacco di venerdì le forze israeliane hanno completamente bloccato il villaggio cisgiordano di Deir Abu Mashal ed hanno fatto irruzione nelle case delle famiglie dei palestinesi uccisi, avvertendole che le loro abitazioni saranno presto demolite – una politica israeliana utilizzata contro famiglie i cui membri hanno commesso attacchi e che i gruppi per i diritti umani hanno giudicato una forma di “punizione collettiva”.

Nel contempo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha revocato tutti i permessi concessi ai palestinesi per entrare a Gerusalemme e in Israele per il mese santo musulmano del Ramadan.

Numerosi altri palestinesi sono rimasti feriti e detenuti dalle forze israeliane in seguito all’attacco, in quanto, secondo alcuni testimoni, forze israeliane avrebbero “aggredito” palestinesi e sparato proiettili veri “a casaccio” nella zona.

(traduzione di Amedeo Rossi)