Un sondaggio rivela che la maggioranza degli ebrei israeliani non è affatto turbata dalle notizie sulla carestia a Gaza

Manifestazione contro la guerra a Gaza con avventori di un caffè che assistono seduti dai tavolini. Foto: Tomer Appelbaum
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Linda Dayan

5 agosto 2025 Haaretz

Tra il pubblico arabo l’86% degli intervistati ha dichiarato di essere “molto preoccupato” o “abbastanza preoccupato” per la situazione a Gaza. Il sondaggio ha anche rilevato un livello di preoccupazione maggiore tra gli ebrei di sinistra

Secondo un sondaggio pubblicato martedì, la stragrande maggioranza degli ebrei israeliani – il 79% – afferma di essere “poco preoccupata” o “per niente preoccupata” dalle notizie di carestia e sofferenza tra la popolazione palestinese a Gaza.

Il sondaggio, condotto dal Viterbi Family Center for Public Opinion and Policy Research presso l’Israel Democracy Institute a fine luglio, mostra una notevole discrepanza tra l’opinione pubblica ebraica e quella araba sulla questione della guerra a Gaza.

Tra gli arabi l’86% ha dichiarato di essere “molto preoccupato” o “abbastanza preoccupato” per la situazione a Gaza. È stato riscontrato anche un livello di preoccupazione molto maggiore tra gli ebrei di sinistra, con il 70% che afferma di essere turbato dalla situazione.

Ebrei e arabi hanno opinioni profondamente diverse anche sul fatto che Israele stia compiendo sforzi sostanziali per evitare di causare sofferenze inutili ai palestinesi di Gaza; il 78% degli ebrei intervistati concorda sul fatto che “le azioni di Israele sono limitate dai combattimenti, ma si stanno compiendo sforzi sostanziali per evitare di causare sofferenze inutili ai palestinesi di Gaza”. Solo il 22,5% degli arabi ha invece affermato che l’affermazione è corretta.

D’altro canto il 66,5% degli arabi intervistati – e il 15% degli ebrei – ha affermato che “anche con le limitazioni imposte dai combattimenti, Israele potrebbe ridurre significativamente le sofferenze dei palestinesi di Gaza, ma sceglie di non farlo”. Il 56% degli ebrei di sinistra concorda con questa affermazione.

Per quanto riguarda i resoconti dell’esercito israeliano sull’entità delle vittime civili a Gaza, il 70% degli intervistati ebrei ha dichiarato di “crederci in larga misura o abbastanza largamente”, mentre solo il 29,5% degli arabi ha dichiarato di crederci.

I sondaggisti hanno anche chiesto agli intervistati opinioni sulla violenza dei coloni in Cisgiordania, aumentata negli ultimi tempi.

Il 44% degli intervistati – il 41% degli ebrei e il 60,5% degli arabi – ha affermato che le forze di sicurezza e le forze dell’ordine sono troppo indulgenti nel punire i coloni coinvolti in violenze contro le IDF e le forze di sicurezza. Del campione totale, il 23% ha affermato che la violenza dei coloni contro le IDF viene gestita in modo appropriato, mentre il 22% ha affermato che i coloni sono trattati con troppa durezza.

Tra gli intervistati ultra-ortodossi il 67% ha affermato che i coloni vengono trattati in modo troppo duro dalle autorità preposte all’applicazione della legge, e il 45% degli intervistati della comunità religiosa nazionale si è dichiarato d’accordo con questa affermazione. Solo il 7,5% degli intervistati laici ha affermato che il trattamento è troppo duro.

Gli intervistatori hanno ricevuto risposte simili quando hanno chiesto informazioni sul trattamento riservato ai coloni che hanno commesso atti di violenza contro i palestinesi. La quota maggiore – il 42% del pubblico – ritiene che vengano trattati con troppa indulgenza, mentre un quarto ritiene che vengano affrontati in modo troppo duro e un altro quarto afferma che vengono trattati in modo appropriato.

Le forze di sicurezza e le autorità di vigilanza stanno trattando i gruppi di coloni coinvolti in atti di violenza contro i palestinesi in modo troppo duro, troppo clemente o appropriato?

Troppo clemente 44%

Appropriatamente 23%

Troppo duramente 22%

Non so 11%

Fonte: Viterbi Family Center for Public Opinion and Policy Research presso l’Israel Democracy Institute, 27-31 luglio 2025

La maggioranza degli israeliani ritiene inoltre che la risposta di Israele alle minacce contro la comunità drusa in Siria sia stata appropriata. Tra gli ebrei la percentuale è del 52,5%; tra i drusi del 44%; e tra gli arabi non drusi solo il 22% ha affermato che la risposta di Israele è stata appropriata.

La quota maggiore di intervistati arabi non drusi – il 34% – ha affermato che la risposta di Israele è stata insufficiente, con il 28% dei drusi e il 26,5% degli ebrei che concordano.

Più della metà degli intervistati ha inoltre affermato che l’aumento delle segnalazioni di antisemitismo e molestie nei confronti di israeliani all’estero sta influenzando i loro progetti di viaggi per il prossimo futuro. Del campione complessivo il 38% ha affermato che la cosa ha avuto un impatto sulla scelta della destinazione di viaggio e il 18% ha affermato che non avrebbe viaggiato all’estero nel prossimo futuro a causa di tali segnalazioni. Il 17% ha dichiarato di viaggiare all’estero come di consueto e circa un quarto ha dichiarato di non avere intenzione di viaggiare all’estero a breve, a prescindere.

Tra gli intervistati ebrei il 42% ha affermato che l’aumento degli episodi di antisemitismo e del sentimento anti-israeliano all’estero ha influenzato la scelta della destinazione, e il 17% ha dichiarato che a causa di ciò non viaggerà a breve all’estero.

Tuttavia questo non riguarda solo gli intervistati ebrei. Tra gli arabi il 17,5% ha affermato che le segnalazioni dell’aumento di episodi di antisemitismo all’estero hanno influenzato la scelta della destinazione, e un quarto ha affermato che non viaggerà all’estero nel prossimo futuro a causa di questi episodi.

Escludendo coloro che non avevano intenzione di viaggiare nel prossimo futuro, la percentuale di ebrei che ha affermato che questi episodi stanno influenzando i loro progetti di viaggio è salita al 76%. Di questi, il 54,5% ha affermato che la scelta della destinazione ne è stata influenzata, e il 21,5% ha affermato che non viaggerà affatto.

Tra gli arabi il 65% è stato colpito dagli episodi di antisemitismo all’estero: il 26,5% ha dichiarato che questo ha influenzato la scelta della propria destinazione e il 38,5% ha dichiarato di non voler viaggiare affatto.

Il sondaggio è stato condotto online e telefonicamente (per includere gruppi sottorappresentati su Internet) tra il 27 e il 31 luglio 2025, con 601 uomini e donne di età superiore ai 18 anni intervistati in ebraico e 152 in arabo, costituendo un campione rappresentativo a livello nazionale della popolazione adulta in Israele. L’errore massimo di campionamento è stato di ±3,57% con un livello di sicurezza del 95%.

(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)