La responsabile dell’UE sull’antisemitismo mente in modo sfacciato

Katharina von Schnurbein, Coordinatrice europea contro l'antisemitismo
image_pdfimage_print

Ali Abunimah

22 gennaio 2021- Electronic Intifada

Questa è una vicenda che rivela come funzionari dell’Unione Europea eludano le proprie responsabilità quando vengono colti ad aver mentito sfacciatamente a favore di Israele.

All’inizio di questa settimana ho scritto riguardo alla grande vittoria giudiziaria per i sostenitori dei diritti dei palestinesi in Spagna. Nel 2015 attivisti del gruppo BDS-País Valencià [Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni-Paese Valenziano] hanno chiesto a un festival musicale di cancellare l’esibizione di Matthew Paul Miller, cantante che usa il nome d’arte Matisyahu, per le sue dichiarazioni anti palestinesi e per aver contribuito a promuovere una raccolta fondi a favore dell’esercito di occupazione israeliano.

Questo mese un tribunale di Valencia ha smentito le accuse di delitto d’odio contro gli attivisti. I giudici hanno stabilito che essi avevano contestato la presenza di Miller al festival solo a causa delle sue presunte opinioni sulla politica israeliana, “non in quanto ebreo, per la sua religione o qualunque altra condizione.”

Il tribunale spagnolo ha anche confermato la storica sentenza di giugno della Corte Europea per i Diritti Umani, secondo la quale chiedere il boicottaggio di Israele a causa dei suoi crimini contro i palestinesi non è antisemita ed è una forma di manifestazione politica tutelata dalla legge.

Benché fin dall’inizio i fatti relativi all’incidente in Spagna fossero chiari, la recente sentenza è una totale discolpa degli attivisti da parte di giudici imparziali.

Eppure negli ultimi anni l’Unione Europea ha calunniato gli attivisti, sostenendo falsamente che essi avevano contestato Miller perché ebreo.

Questa falsa accusa di antisemitismo è stata fatta da Katharina von Schnurbein, coordinatrice dell’UE per l’antisemitismo, durante una conferenza del 2019 per la presentazione di un rapporto del governo israeliano che calunniava il movimento di solidarietà con i palestinesi.

Ciò viene ripetuto in un manuale dell’UE recentemente pubblicato che accoglie la cosiddetta definizione di antisemitismo dell’IHRA [International Holocaust Remembrance Alliance, organizzazione intergovernativa per il ricordo dell’Olocausto, ndtr.].

Questa definizione fuorviante, sostenuta da Israele e dalla sua lobby, confonde le critiche al razzismo e ai crimini di guerra israeliani contro i palestinesi da una parte con il fanatismo antiebraico dall’altra.

Evasività

Mentre stavo scrivendo il mio articolo, ho inviato una mail a von Schnurbein chiedendole se avrebbe ritrattato le false accuse che aveva fatto riguardo all’incidente del 2015 con Matisyahu.

La risposta è arrivata dopo che avevo già pubblicato il mio articolo, ma non dalla stessa Schnurbein.

Mi ha scritto invece Christian Wigand, un portavoce della Commissione Europea, il potere esecutivo dell’UE:

Non commentiamo le sentenze dei tribunali dei nostri Stati membri. Per quanto riguarda la posizione sul movimento BDS della Commissione, e di fatto dell’Unione Europea, che è stata ripetuta durante l’evento che lei cita dalla nostra coordinatrice, la signora von Schnurbein, la nostra posizione è molto chiara e non è cambiata.”

Devo riconoscere a Wigand il magistrale esempio di evasività burocratica, ma non molto più di questo. Non avevo chiesto un commento sulla sentenza del tribunale in sé, ma se von Schnurbein continuasse a sostenere le sue stesse affermazioni che stravolgevano in modo grossolano l’incidente di Matisyahu del 2015. Né avevo chiesto la posizione dell’UE sul movimento BDS, Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni [contro Israele, ndtr.].

La saccente von Schnurbein

Tuttavia, benché non volessi un commento sulla decisione del tribunale, l’ultima persona che possa sostenere di non parlare di tali argomenti è Katharina von Schnurbein.

Come dimostra la sua pagina twitter, von Schnurbein ha regolarmente commentato casi giudiziari, alcuni dei quali mentre erano ancora in corso.

In almeno un esempio ha pubblicamente chiesto che le procure locali perseguissero persone per discorsi d’odio.

Ha anche manifestato le proprie opinioni su decisioni della Corte Europea per i Diritti Umani, che fa parte del Consiglio d’Europa, un’istituzione separata dalla UE.

La saccentissima von Schnurbein commenta regolarmente anche decisioni di governi e parlamenti di Stati membri dell’UE e delle loro autorità locali.

È stata anche rimproverata per aver criticato pubblicamente un membro eletto del Parlamento Europeo, una palese violazione della neutralità che dovrebbe osservare in quanto funzionaria civile non eletta.

Perciò l’affermazione secondo cui von Schnurbein, a cui la mia richiesta era originariamente diretta, non commenta procedimenti giudiziari è una menzogna, detta nel tentativo di evitare di dover rendere conto di una precedente menzogna.

Ho risposto al portavoce dell’UE Wigand affrontando questi argomenti. Gli ho detto che ho fatto una domanda diretta e vorrei una risposta diretta che non ricorra a scuse o sviamenti.

Katharina von Schnurbein conferma la sua affermazione secondo cui le proteste contro Miller erano motivate da intenti antisemiti?

Dato che non ho ricevuto ulteriori risposte, prendo questo silenzio come se significasse che l’UE e la sua coordinatrice per l’antisemitismo in effetti confermano le sue affermazioni diffamatorie contro gli attivisti spagnoli.

I cittadini degli Stati dell’UE meriterebbero qualcosa di meglio che essere minacciati, calunniati e ingannati da burocrati di Bruxelles che sembrano rispondere solo a Israele e alla sua lobby.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)