Bethan McKernan
30 novembre 2022 – The Guardian
Farha, debutto di una regista giordana, descrive le atrocità sioniste contro i palestinesi durante il conflitto della Nakba
Un film Netflix dove si vedono le forze sioniste che massacrano una famiglia palestinese durante la guerra del 1948
nel contesto della fondazione di Israele è stato condannato da politici israeliani perché “crea una falsa narrazione”.
Farha, debutto della regista giordana Darin Sallam, è stato presentato, dopo la sua uscita l’anno scorso, a parecchi festival cinematografici internazionali ed è candidato per la Giordania agli Oscar 2023. Da giovedì sarà trasmesso in streaming per un pubblico internazionale sul servizio di intrattenimento online.
Il film è incentrato sulle esperienze di una ragazza quattordicenne chiusa a chiave dal padre in uno sgabuzzino durante gli eventi della Nakba, [Catastrofe], termine arabo che indica la pulizia etnica ed espulsione di circa 700.000 palestinesi. Quando i soldati del nascente Israele arrivano al suo villaggio, Farha assiste, attraverso una fessura della porta del ripostiglio, all’uccisione della sua intera famiglia, inclusi due bambini piccoli e un neonato.
Il trailer e le pubblicità dicono che il film è inspirato a fatti reali.
“È pazzesco che Netflix abbia deciso di trasmettere in streaming un film il cui unico scopo è di creare falsità e aizzare contro i soldati israeliani,” ha detto in una dichiarazione il ministro delle Finanze del governo uscente, Avigdor Lieberman. Lieberman ha anche detto che prenderà in considerazione il taglio dei fondi statali al teatro arabo-ebraico dove è stato proiettato il film a Giaffa, città [israeliana] a maggioranza araba.
Hili Tropper, ministro della Cultura israeliano, ha detto che Farha descrive “bugie e calunnie” e che mostrarlo in un teatro israeliano “è una vergogna”. Il teatro non ha risposto immediatamente a una richiesta di commenti.
In Israele rappresentazioni di atrocità commesse da forze ebraiche nella guerra del 1948, romanzate o meno, restano un tema estremamente delicato. Un documentario uscito all’inizio di quest’anno sul massacro dei palestinesi a Tantura, un villaggio costiero distrutto in quello che ora è il nord di Israele, ha incontrato molte critiche.
Nel corso di alcune interviste Sallam ha detto di aver fatto il film perché, mentre molti raccontano vicende palestinesi, pochi si concentrano sulle cause alla radice del conflitto e dell’occupazione. Farha, dice, è la storia di un’amica di sua madre, due giovani donne che si sono incontrate in Siria.
“Negli anni la storia ha viaggiato ed è arrivata fino a me. Mi è rimasta dentro. Quando ero bambina avevo paura degli ambenti chiusi, bui, e pensavo sempre a questa ragazza e a quello che le era successo,” ha detto la regista ad Arab News.
Sallam ha anche detto che, pur non volendo tracciare un deliberato parallelismo con Anna Frank, trova delle somiglianze nelle traumatiche esperienze delle due adolescenti.
(traduzione dall’inglese di Mirella Alessio)