Cos’è la Giornata dei Prigionieri Palestinesi?

4900 detenuti compresi 31 donne e 160 minorenni. Foto: Lior Mizrahi
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Maram Humaid

AlJazeera 17 aprile 2023

La ricorrenza, celebrata ogni anno il 17 aprile, è dedicata alla centralità dei prigionieri nella causa palestinese.

La Giornata dei Prigionieri Palestinesi viene commemorata ogni anno il 17 aprile, una data approvata dal Consiglio Nazionale Palestinese nel 1974 come giornata nazionale dedicata alla libertà dei prigionieri e al sostegno dei loro diritti.

La data è stata scelta poiché ricorda il rilascio del prigioniero Mahmoud Bakr Hijazi nel primo scambio di prigionieri tra palestinesi e Israele.

Alla fine del marzo 2008 il XX Vertice Arabo tenutosi nella capitale siriana Damasco ha approvato l’adozione della giornata in tutti i paesi arabi, in solidarietà con i prigionieri palestinesi e arabi detenuti da Israele.

Secondo la Commissione Palestinese per i Detenuti e gli Ex-detenuti, in Israele sono attualmente trattenuti 4.900 prigionieri di cui 31 donne e 160 minori.

Tra loro anche i circa 1.000 detenuti sottoposti a detenzione amministrativa, il che significa che sono trattenuti senza processo e ogni “prova” a loro carico viene loro nascosta.

Ci sono anche più di 20 prigionieri arrestati prima della firma degli accordi di Oslo tra Israele e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina nel 1993. Quello detenuto da più tempo è Muhammad al-Tus: dietro le sbarre dal 1985.

Da tempo i palestinesi criticano Israele per le condizioni delle sue prigioni. Secondo la Commissione, dal 1967 nelle carceri israeliane sono morte 236 persone e centinaia sono morti dopo il rilascio per malattie contratte mentre erano detenuti.

La sofferenza dei detenuti ammalati è una delle principali preoccupazioni umanitarie, con più di 700 detenuti affetti da varie malattie e almeno 24 che hanno il cancro e necessitano di assistenza sanitaria intensiva.

Arresti di quest’anno

L’anno scorso si sono registrati arresti quasi quotidiani nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est con l’intensificarsi dei raid di Israele.

Dall’inizio del 2023 sono stati registrati dalle organizzazioni dei detenuti 2.300 casi di arresti, di cui 350 minori provenienti in maggioranza da Gerusalemme e 40 fra donne e ragazze.

All’interno delle prigioni

Le associazioni per i diritti umani e le organizzazioni dei prigionieri affermano che le condizioni all’interno delle strutture israeliane sono molto dure. Vengono riportati il rifiuto delle visite, le torture psicologiche e fisiche e la negligenza medica, con i prigionieri malati impossibilitati a ricevere cure adeguate.

Dal 2021 è inoltre aumentata in modo significativo la misura di isolamento, con circa 35 prigionieri palestinesi ora in isolamento, compresi malati affetti da malattie croniche.

In passato il servizio penitenziario israeliano ha difeso il trattamento riservato ai prigionieri palestinesi affermando che le sue politiche sono pienamente legali.

Le autorità israeliane continuano a vietare le visite familiari per alcuni prigionieri, in particolare a quelli provenienti da Gaza.

Proteste dei prigionieri

Nel corso di febbraio e fino al 22 marzo i prigionieri palestinesi hanno portato avanti una serie di proteste contro le politiche carcerarie israeliane quando il ministro per la Sicurezza Nazionale di estrema destra Itamar Ben-Gvir ha annunciato una nuova serie di misure.

Queste misure hanno fortemente condizionato la vita dei palestinesi nelle carceri israeliane, anche limitando la quantità di acqua che possono usare, le ore in cui possono fare la doccia e il loro accesso al cibo.

La protesta alla fine si è conclusa quando i detenuti hanno raggiunto un accordo con il servizio penitenziario israeliano.

(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)