Fayha Shalash, Ramallah, Palestina occupata
15 luglio 2023 – Middle East Eye
L’arresto di Aqil Awawdeh segna l’ultima mossa di un evidente giro di vite contro il dissenso in tutta la Cisgiordania occupata
E’ esplosa la rabbia in tutti i territori palestinesi occupati dopo l’arresto di un importante giornalista da parte delle forze di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese.
La famiglia di Aqil Awawdeh ha detto che le forze del Servizio di Sicurezza Preventivo Palestinese hanno fatto irruzione nel suo posto di lavoro a Ramallah nel pomeriggio di giovedì, lo hanno arrestato e trasferito in una destinazione ignota.
L’arresto è avvenuto dopo che ha pubblicato un breve video che contestava un’affermazione del portavoce dei servizi di sicurezza palestinesi secondo cui non vi erano detenuti politici nelle loro prigioni.
Alcune ore dopo il suo arresto l’associazione Avvocati per la Giustizia ha annunciato che la detenzione di Awawdeh era stata prorogata fino a domenica.
Il capo dell’associazione, l’avvocato Muhannad Karaja, ha detto a Middle East Eye di aver potuto far visita a Awawdeh per pochi minuti in modo da ottenere il suo consenso alla nomina di un avvocato difensore per seguire il procedimento giudiziario.
Secondo Karaja il giornalista è detenuto dall’Ufficio del Pubblico Ministero con accuse di “incitamento al conflitto razziale” sulla base di post su social media attribuiti a Awawdeh.
“Domenica si terrà una seduta investigativa su di lui ed è possibile che venga rilasciato dal Pubblico Ministero, o che venga prolungata la sua detenzione in tribunale, o che venga formulata un’incriminazione”, ha aggiunto.
L’associazione ha condannato l’arresto di attivisti, come anche la Cybercrime Law (legge sui crimini informatici) dell’ANP, che secondo loro aveva di fatto legalizzato la repressione delle libertà pubbliche e dei diritti costituzionali.
Secondo l’associazione la legge viola la Legge Fondamentale palestinese e gli standard internazionali sui diritti umani, compresa la Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici.
La Cybercrime Law è stata approvata nel 2017 dopo la promulgazione del presidente dell’ANP, Mahmoud Abbas. Nonostante le critiche alla legge da parte di istituzioni della società civile, soprattutto le associazioni per i diritti umani, essa è ancora in vigore.
Come risultato, decine di palestinesi sono stati arrestati e sono state presentate denunce.
Decine di prigionieri
La questione della detenzione politica è un punto dolente per molti palestinesi, accanto alle critiche complessive sui servizi di sicurezza palestinesi nella Cisgiordania occupata.
Asmaa Harish, attivista per i diritti umani e giornalista, ha detto che 40 prigionieri sono stati trattenuti dai servizi di sicurezza palestinesi con motivazioni politiche.
Ha aggiunto che dall’inizio del 2023 si sono verificati più di 300 casi di arresti politici nella Cisgiordania occupata, inclusi studenti universitari, giornalisti e attivisti.
“In particolare i giornalisti hanno subito dall’inizio dell’anno molti arresti e aggressioni, comprese campagne di diffamazione e istigazione da parte dei servizi di sicurezza, oltre a ripetute minacce di arresto e di sospensione dal lavoro”, ha spiegato Harish.
Ha detto che le affermazioni che non ci sarebbero detenuti politici dimostrano “una mancanza di rispetto verso le opinioni dei palestinesi”, che vedono ogni giorno la dimensione delle violazioni della loro libertà di esprimere la propria opinione.
“Per esempio, la campagna di istigazione contro la rete di informazione internazionale Al Jazeera è un aspetto di ciò che subiscono i giornalisti da parte dell’Autorità Nazionale Palestinese, oltre a molte altre reti di informazione.”
Il sindacato dei giornalisti palestinesi ha condannato l’arresto di Awawdeh e ha chiesto il suo immediato rilascio, affermando che il suo arresto costituisce una grave violazione della libertà di opinione e del diritto di esprimerla.
“La tempistica dell’arresto nella sera di giovedì alla vigilia del weekend, che si estende fino al mattino della domenica, mira a impedire il suo veloce rilascio”, ha affermato l’associazione in una dichiarazione.
I servizi di sicurezza palestinesi hanno trattenuto molti studenti dell’università di Birzeit per più di un mese, incluso il capo de consiglio studentesco, Abdul Majeed Hasan. La loro detenzione è stata prorogata diverse volte dopo la loro partecipazione alle elezioni studentesche in maggio.
L’avvocato Mustafa Shatat ha detto che gli studenti sono stati torturati durante l’arresto e nell’ultima udienza in tribunale uno di loro, Yehia Farah, ha urlato: “Portatemi fuori di qui, voglio andare a casa”.
Sabato mattina fonti locali hanno comunicato che i servizi di sicurezza palestinesi hanno anche arrestato sei studenti dell’università nazionale Al-Najah di Nablus, a causa della loro partecipazione all’organizzazione di una cerimonia di laurea tenuta dal Blocco islamico alcuni giorni fa.
(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)