Palestinese ucciso nello scontro a fuoco durante il raid israeliano in una città della Cisgiordania

Palestinesi lanciano pietre contro un blindato israeliano. Foto: [Raneen Sawafta/Reuters]
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Redazione Al Jazeera

1° settembre 2023- Al Jazeera

Le forze israeliane hanno preso d’assalto Aqaba e distrutto un edificio dopo averlo assediato, ma non sono riuscite ad arrestare un palestinese ricercato

Un palestinese è stato ucciso a colpi di arma da fuoco dalle forze israeliane durante un raid in una città occupata della Cisgiordania a seguito di uno scontro che ha provocato la distruzione di un edificio.

Abdul Rahim Fayez Ghannam, 36 anni, è stato colpito alla testa ad Aqaba, a nord di Tubas, e dichiarato morto venerdì all’ospedale locale.

Nidal Odeh, direttore dei servizi di emergenza ad Aqaba, ha riferito ai media locali che le forze israeliane hanno impedito alle ambulanze di raggiungere i feriti e che un’ambulanza è stata chiaramente colpita da proiettili veri.

Le forze israeliane hanno fatto irruzione nella città alla ricerca di Ahmad Walid, che accusano di aver effettuato il mese scorso un attacco armato vicino a un posto di blocco nella Valle del Giordano.

Il testimone Saleh Abu Arra ha detto ad Al Jazeera che i soldati israeliani pensavano che Walid si nascondesse in uno degli edifici, ma non c’era.

Il raid è iniziato intorno alle 5 del mattino. I miei due fratelli vivono con le loro famiglie nell’edificio che è stato circondato dalle forze israeliane”, ha riferito il 39enne.

Uno dei suoi fratelli, Bakr Abu Arra, è stato arrestato dagli israeliani.

Saleh Abu Arra ha affermato che “Gli hanno urlato attraverso gli altoparlanti di uscire con la sua famiglia e poi lo hanno picchiato con i fucili e insultato, terrorizzando sua moglie e i figli”, ha detto.

Dopo mezz’ora le forze israeliane hanno iniziato a lanciare bombe assordanti e lacrimogeni contro l’edificio, poi hanno preso di mira il secondo e il terzo piano con granate anticarro che hanno distrutto anche una sala nuziale adiacente.

Nelle cinque ore successive si sono verificati scontri violenti, ha riferito Amir al-Qasem, un altro testimone, con i soldati israeliani che sparavano contro l’edificio in rovina con proiettili veri e gli abitanti palestinesi che lanciavano oggetti contro i veicoli militari.

Anche palestinesi armati hanno preso di mira il convoglio israeliano con proiettili veri.

Al-Qasem ha riferito che “Il martire Fayez è rimasto intrappolato nello scontro a fuoco”; “È un contadino e stava andando nei suoi campi”.

Al-Qasem ha affermato che gli israeliani hanno fallito nella loro missione di arrestare Walid, e quindi hanno iniziato a sparare a caso sulla casa distrutta e sulle aree circostanti.

Ha detto anche di non aver “mai visto una tale quantità di bossoli all’interno di un edificio”.

Le forze israeliane hanno arrestato i due fratelli Bakr e Mohammed Abu Arra e il padre Abdelrazeq.

Il fratello di Ahmad Walid, Mushrif, ha detto ad Al Jazeera di essere rimasto sorpreso quando l’intelligence israeliana lo ha chiamato al telefono

“Mio fratello è operaio in Israele e va via per due settimane o un mese alla volta”, ha precisato Mushrif.

Abbiamo detto agli israeliani che non era qui, ma loro hanno costretto i miei genitori anziani a uscire, li hanno portati all’edificio di Abu Arra e li hanno costretti a gridare con gli altoparlanti ad Ahmad di arrendersi”.

In un comunicato l’esercito israeliano ha affermato che è scoppiato uno scontro a fuoco tra combattenti armati e soldati e “uno degli uomini armati è stato colpito”.

Inoltre afferma che le truppe hanno anche “utilizzato missili a spalla e granate” e successivamente hanno trovato ordigni esplosivi improvvisati e altre armi nell’edificio.

I raid militari israeliani, quasi quotidiani, hanno provocato alcuni dei peggiori combattimenti nella Cisgiordania occupata dall’inizio degli anni 2000.

Più di 200 palestinesi sono stati uccisi da Israele dall’inizio di quest’anno, e le Nazioni Unite affermano che il 2023 sarà l’anno più letale per i palestinesi da quando questo organismo ha iniziato a registrare le vittime palestinesi nel 2006.

(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)