Edith M. Lederer
7 settembre 2024, AssociatedPressNews
NAZIONI UNITE (AP) — L’inquirente indipendente delle Nazioni Unite sul diritto al cibo ha accusato Israele di star conducendo una “strage per fame” contro i palestinesi nel corso della guerra a Gaza, un’accusa che Israele nega con veemenza.
In un rapporto di questa settimana l’inquirente Michael Fakhri ha affermato che è iniziata due giorni dopo l’attacco a sorpresa di Hamas nel sud di Israele che ha ucciso circa 1.200 persone, quando in risposta l’offensiva militare di Israele ha bloccato del tutto il cibo, l’acqua, il carburante e altre forniture a Gaza.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che le accuse a Israele di limitare gli aiuti umanitari sono “oltraggiosamente false”.
“Una deliberata politica di carestia? Si può dire qualsiasi cosa, ma non per questo è vera”, ha detto in una conferenza stampa mercoledì.
In seguito a un’intensa pressione internazionale in particolare da parte degli Stati Uniti, uno stretto alleato, il governo di Netanyahu ha gradualmente aperto diversi valichi di frontiera per consegne strettamente controllate. Fakhri ha affermato che inizialmente i pochi aiuti sono andati principalmente a Gaza meridionale e centrale e non al nord, dove Israele aveva ordinato ai palestinesi di spostarsi.
Professore presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università dell’Oregon, Fakhri è stato nominato dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite con sede a Ginevra inquirente, o relatore speciale, sul diritto al cibo e ha assunto il ruolo nel 2020.
“A dicembre i palestinesi di Gaza rappresentavano l’80% delle persone al mondo che soffrono una carestia o una fame catastrofica”, ha affermato Fakhri. “Mai nella storia del dopoguerra una popolazione è stata costretta a soffrire la fame in tempi così brevi e così radicalmente come nel caso dei 2,3 milioni di palestinesi che vivono a Gaza”. Fakhri, che tiene corsi di diritto sui diritti umani, diritto alimentare e sviluppo, ha avanzato le accuse in un rapporto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite pubblicato giovedì. Afferma che tutto è iniziato 76 anni fa, con l’indipendenza di Israele e il suo continuo dislocamento dei palestinesi. Accusa Israele di aver utilizzato da allora “l’intera gamma di tecniche di fame e carestia contro i palestinesi, perfezionando il grado di controllo, sofferenza e morte che si può causare attraverso il sistema alimentare”.
Da quando è iniziata la guerra a Gaza Fakhri ha detto di aver ricevuto segnalazioni dirette della distruzione del sistema alimentare del territorio, compresi i terreni agricoli e la pesca, distruzione documentata e riconosciuta anche dalla Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite e da altri.
“Israele ha poi utilizzato gli aiuti umanitari come arma politica e militare per danneggiare e uccidere il popolo palestinese a Gaza”, ha affermato.
Israele insiste sul fatto che non pone più restrizioni al numero di camion di aiuti che entrano a Gaza, compresi quelli alimentari.
Alla conferenza stampa di mercoledì Netanyahu ha citato cifre del COGAT, l’organismo militare israeliano che supervisiona l’ingresso degli aiuti a Gaza, secondo cui 700.000 tonnellate di prodotti alimentari sono state autorizzate a entrare a Gaza dall’inizio della guerra 11 mesi fa.
Secondo i dati del COGAT quasi la metà degli aiuti alimentari degli ultimi mesi è stata importata dal settore privato per essere venduta nei mercati di Gaza. Tuttavia molti palestinesi a Gaza affermano di avere difficoltà a permettersi cibo a sufficienza per le loro famiglie. Israele consente ai camion di aiuti di attraversare due piccoli valichi a nord e un valico principale a sud, Kerem Shalom. Tuttavia, dall’invasione israeliana a maggio della città meridionale di Rafah, l’ONU e altre agenzie umanitarie affermano di avere difficoltà a raggiungere l’area di Kerem Shalom a Gaza per scaricare gli aiuti per la distribuzione gratuita perché le operazioni militari di Israele lo rendono troppo pericoloso.
Il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha definito la situazione umanitaria a Gaza “oltre la catastrofe”, con più di 1 milione di palestinesi che non hanno ricevuto alcuna distribuzione alimentare in agosto e un calo del 35% delle persone che hanno ricevuto pasti cucinati ogni giorno. Giovedì l’Ufficio Umanitario delle Nazioni Unite ha affermato che la forte riduzione dei pasti cucinati è dovuta in parte ai molteplici ordini di evacuazione delle forze di sicurezza israeliane che hanno costretto almeno 70 delle 130 cucine a sospendere o trasferire le loro operazioni. I partner umanitari delle Nazioni Unite non avevano peraltro scorte alimentari sufficienti per soddisfare i requisiti di due mesi di seguito nella parte centrale e meridionale di Gaza, ha aggiunto Dujarric. Ha affermato che le gravi carenze di rifornimenti a Gaza derivano da combattimenti, insicurezza, strade danneggiate e ostacoli e limitazioni di accesso da parte di Israele.
(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)