Un ex-ministro della Difesa afferma che l’esercito israeliano ha avuto 15.000 soldati morti o feriti

Un elicottero arriva per portare feriti nella base di Beer Sheva. Foto: Mostafa Alkharouf – Anadolu Agency
image_pdfimage_print

12 marzo 2025 – Middle East Monitor

L’ex-ministro della Difesa israeliano Moshe Ya’alon ha affermato che 15.000 soldati sono stati uccisi o feriti dal 7 ottobre 2023 nella guerra genocida contro la Striscia di Gaza assediata.

Ya’alon ha detto al quotidiano Yedioth Ahronoth che la guerra contro la Striscia di Gaza ha provocato centinaia di morti e migliaia di feriti tra i soldati dell’Israel Defence Forces (IDF) [l’esercito israeliano, ndt.]. Ha sottolineato la necessità di approvare una legge che ponga fine alle esenzioni date agli ebrei ultraortodossi dal servizio militare obbligatorio per compensare la grave mancanza di uomini nell’IDF.

Inoltre Ya’alon ha affermato che il coinvolgimento degli americani nel cessate il fuoco e nei negoziati in Qatar è stato il risultato del fatto che Israele per motivi politici non ha rispettato i suoi impegni in base all’accordo [raggiunto con Hamas]. Ha spiegato che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha provato a guadagnare tempo e sostituito il gruppo professionale di negoziatori con un altro che è politicamente sottomesso a lui.

Riguardo alla nomina del nuovo capo di stato maggiore dell’IDF, il generale Eyal Zamir, e alle elevate speranze che Netanyahu e il suo governo nutrono nella vittoria a Gaza, Ya’alon ha affermato che sia Netanyahu sia il ministro delle finanze Bezalel Smotritch [esponente dell’estrema destra religiosa, ndt.] hanno addossato la colpa del fallimento militare a Gaza al capo di stato maggiore uscente e che ora ripongono grandi speranze su Zamir, anche se l’esercito è destinato a implementare il volere della dirigenza politica e la vittoria in una guerra non si basa solo sul capo di stato maggiore.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)