Le truppe israeliane uccidono due palestinesi in un’incursione armata a Jenin

La disperazione delle donne palestinesi per la morte del sedicenne Sanad Abu Atiyeh ucciso a Jenin il 31 marzo dai soldati IDF. foto: AFP
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Shatha Hammad

31 marzo 2022 – Middle East Eye

Un terzo palestinese è stato colpito e ucciso a Betlemme da un civile israeliano armato dopo che avrebbe accoltellato un altro israeliano su un autobus

Il ministero palestinese della Sanità e i media locali hanno affermato che tre palestinesi sono stati uccisi giovedì mattina dalle forze israeliane in diversi incidenti nella Cisgiordania occupata.

Durante una incursione mattutina nella città di Jenin, nel nord della Cisgiordania, i soldati israeliani hanno ucciso due palestinesi identificati come Sanad Abu Atiyeh di 17 anni e Yazid Saadi di 23.

Nella citta di Betlemme, nel sud della Cisgiordania, un terzo palestinese è stato ucciso, a quanto si dice dopo un tentativo di accoltellare un israeliano.

Il ministero della Sanità ha affermato che Atiyeh e Saadi sono morti a causa delle ferite da arma da fuoco dopo essere arrivati all’ospedale Ibn Sina di Jenin con serie lesioni. Circa 15 persone sono state ferite dalle pallottole durante l’incursione israeliana. Almeno tre sono in condizioni critiche.

L’incursione dell’esercito ha provocato scontri tra civili e soldati ed anche uno scontro armato con i combattenti palestinesi nel campo profughi di Jenin.

Delle vittime palestinesi, solo una ha subito ferite nella sparatoria. Le altre, incluse le due uccise, sono state colpite mentre tiravano pietre e tentavano di fermare i soldati che avanzavano dentro il campo.

Secondo Haaretz, un soldato israeliano della unità sotto copertura Duvdevan [composta da militari vestiti come i palestinesi e che parlano in arabo, n.d.t.] durante l’operazione ha riportato una ferita alla spalla.

Dallo scorso anno il campo di Jenin ha visto un incremento delle incursioni violente da parte dell’esercito israeliano che spesso provocano degli scontri a fuoco con i combattenti armati nel campo fortificato.

A Betlemme un palestinese avrebbe tentato di accoltellare un israeliano su un autobus vicino la colonia illegale di Efrat. Haaretz ha riferito che un trentenne israeliano è rimasto gravemente ferito.

Il palestinese, identificato come Nidal Ja’afrah di Bethlehem, è stato colpito a morte da un passeggero israeliano armato che si trovava sull’autobus.

La settimana scorsa 11 israeliani sono stati uccisi in tre differenti attacchi da palestinesi in alcune città israeliane.

A seguito delle violenze la polizia israeliana e le forze armate hanno alzato il livello di allarme al più alto da maggio dello scorso anno.

In seguito agli attacchi mercoledì il primo ministro israeliano Naftali Bennet ha invitato chi possiede armi a portarle anche in luoghi pubblici.

Incursione di ‘ritorsione’

Atta Abu Rumaila, il segretario del movimento Fatah a Jenin, ha affermato che l’incursione di mercoledì a Jenin è stata effettuata come “vendetta” per la sparatoria nel sobborgo di Bnei Brak a Tel Aviv, in cui un palestinese della città di Yabad, vicino a Jenin, ha ucciso cinque israeliani.

Abu Rumaila ha detto: “L’occupazione vuole sollevare il morale della sua società con ulteriori uccisioni e crimini contro di noi”.

Ha aggiunto che l’esercito israeliano ha inviato numerose forze nel campo di Jenin, ma che lo hanno lasciato senza arrestare nessuno dei giovani che intendevano arrestare.

Due degli uomini arrestati sono stati identificati come Barakat Shreim e Kamal Lahluh, il padre di Baraa Lahluh, l’uomo ricercato dall’esercito israeliano.

Nella vicina Yabad, la città natale di Diya Hamarshah, autore della sparatoria a Bnei Brak, per due giorni di seguito le truppe israeliane hanno preso d’assalto la casa di suoi parenti e l’hanno perquisita.

Le suppellettili sono state distrutte e i membri della famiglia sono stati sottoposti a interrogatori sul posto. Fotografie di Diya e bandiere palestinesi sono state strappate. I soldati hanno anche arrestato Islam Ba’jawi, un amico di Hamarshah.

L’intensificato clima di violenza nello Stato di Israele e in Palestina giunge alla vigilia del mese sacro mussulmano del Ramadan e del primo anniversario della sollevazione dello scorso maggio.

In precedenza le autorità israeliane avevano affermato che permetteranno ai coloni protetti dalla polizia di entrare in massa nella moschea di Al-Aqsa durante la festività della pasqua ebraica, che cade durante il Ramadan.

I palestinesi vedono le incursioni israeliane nella moschea come altamente provocatorie, specialmente durante il Ramadan, quando al-Aqsa è piena di fedeli. Molti hanno avvertito che tali incursioni aumenteranno le tensioni.

(traduzione dall’inglese di Gianluca Ramunno)