Barcellona interrompe i rapporti con Israele e sospende il gemellaggio con la città di Tel Aviv

La sindaca di Barcellona Ada Colau
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Marc Rovira

8 febbraio 2023 – El País

Ada Colau invia al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu una lettera in cui lo accusa di imporre al popolo palestinese un sistema di apartheid

Barcellona rompe i rapporti con Israele. Il gesto vuol essere una ritorsione contro l’azione del suo governo, non un rimprovero contro “un popolo, una comunità, né contro una religione”. Così si è giustificata la sindaca Ada Colau in una audizione che lei stessa ha presentato come “eccezionale”. L’annuncio ha provocato reazioni a catena e per il momento il PSC [Partito Socialista Catalano], partito alleato dei comunes [membri del gruppo politico della Colau Barcelona en Comú, ndt.] nel governo municipale, ha definito un “gravissimo errore” la decisione “unilaterale” della sindaca. L’annuncio intende rappresentare una protesta contro il regime di dominazione ai danni della Palestina e il consiglio comunale di Barcellona ha deciso di troncare ogni rapporto con lo Stato di Israele.

È stato sospeso anche il gemellaggio che da 25 anni ha stabilito un rapporto fraterno tra Barcellona e la città di Tel Aviv. “Speriamo che sia provvisorio”, ha cercato di smussare le polemiche Colau, mentre lanciava una dura critica contro il governo guidato da Benjamin Netanyahu: “Questa situazione di apartheid è intollerabile.”

La sindaca ha affermato che la decisione – “complicata e difficile”, ha detto – è appoggiata da più di un centinaio di organizzazioni e dalle firme di 4.000 cittadini. Ha informato di aver mandato al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu una lettera in cui gli espone i motivi dell’iniziativa presa dal consiglio comunale. Il contenuto della lettera allude alla “violenza che subisce il popolo palestinese” e gli rimprovera il fatto che le vessazioni durano “da oltre 70 anni”.

Laia Bonet, vice-sindaca del PSC, ha evidenziato il disaccordo dei socialisti riguardo alla risoluzione ed ha criticato duramente la sindaca. “Quello che è successo oggi è molto grave,” ha detto, ed ha avvertito che avrà l’effetto indesiderato di “indebolire il ruolo di Barcellona nel mondo.” Il gruppo municipale del PSC nel Comune di Barcellona presenterà al consiglio comunale di questo mese di febbraio una proposta per ristabilire i rapporti della capitale catalana con Tel Aviv.

Da parte sua il candidato a sindaco di Junts [per Catalunya, partito indipendentista di centro destra, all’opposizione, ndt.], Xavier Trias, ha definito un “grave errore” questa sospensione temporanea dei rapporti. In una nota sul suo account di Twitter ha sostenuto che è “uno dei motivi, tra molti altri, per cui è necessario un cambiamento nel Comune” ed ha aggiunto che “Barcellona deve lavorare per la concordia, senza settarismo, evitando lo scontro, puntando al dialogo e alla comprensione.” L’Associazione Catalana degli Amici di Israele ha affermato che Colau ha preso la decisione “per decreto e senza passare per il consiglio comunale” e ha definito un “atto xenofobo” il rifiuto nei confronti di Israele. Lior Haiat, portavoce del ministero degli Esteri di Israele, ha reagito affermando che Barcellona ha preso “una decisione sventurata” che alimenta l’antisemitismo.

Colau, che aspira a ottenere un terzo mandato nelle elezioni municipali di maggio, ha censurato Israele perché pratica da decenni “violazioni sistematiche dei diritti umani” senza rispettare le risoluzioni e i dettami delle Nazioni Unite. In varie occasioni la sindaca ha utilizzato il termine apartheid per denunciare la pressione israeliana sui palestinesi ed ha giustificato il rifiuto di Barcellona con la tradizione di solidarietà della città “con i popoli oppressi”. In questo senso ha detto di sperare che esso “inviti alla riflessione e all’azione”. Nella lettera inviata a Netanyahu menziona la volontà di dare un esempio: “La storia ci ha insegnato che le città devono prendere posizione e avere un ruolo attivo nella costruzione della pace e nella difesa dei diritti umani.”

Alla fine dello scorso anno David Bondia, il Síndic de Greuges di Barcellona, il difensore del popolo della città, aveva sollecitato il Comune a revocare l’accordo di “amicizia e cooperazione” tra la capitale catalana e le città di Gaza e Tel Aviv sottoscritto nel 1998. Dopo aver studiato quell’accordo aveva stabilito che il gemellaggio ha perso validità. “Non ha tenuto in considerazione il cambiamento delle circostanze che si è prodotto dopo la sua stipula, non garantisce l’impegno nei confronti dei diritti umani e non favorisce relazioni internazionali che promuovano la giustizia globale,” aveva affermato.

Secondo quanto si evince dal sito del Comune, da gennaio del 2000 Barcellona continua ad avere un “protocollo di amicizia e cooperazione” con la città iraniana di Isfahan. “L’obiettivo del gemellaggio è promuovere la cooperazione reciproca tra le due città,” evidenzia il consiglio di Barcellona. Nel marzo dello scorso anno il Comune ha annunciato che, come reazione contro l’invasione russa dell’Ucraina, sono stati sospesi i rapporti con la città di San Pietroburgo e tutte le attività che si potrebbero realizzare nel contesto dell’accordo di gemellaggio che dal 1985 unisce la capitale catalana alla città russa.

(traduzione dallo spagnolo di Amedeo Rossi)

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