L’invasione di terra a Gaza è una catastrofe annunciata

In attesa dell'invasione di terra. Foto AP
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Gideon Levy

15 ottobre 2023, Haaretz

Israele sta per lanciare una catastrofica invasione di terra nella Striscia di Gaza – o l’avrà già iniziata quando apparirà questo articolo. L’invasione rischia di finire in un fallimento di portata tale che Israele e Gaza non hanno mai sperimentato. Le immagini provenienti da Gaza negli ultimi giorni sembrerebbero un trailer. Potremmo assistere ad un massacro di massa.

Un gran numero di soldati israeliani verrebbe ucciso inutilmente. Gli abitanti di Gaza si troverebbero ad affrontare una seconda Nakba, i cui primi segnali sono già evidenti sul campo. Nessuno potrebbe uscire vincente da questi orrori.

Di ora in ora le immagini provenienti da Gaza si fanno più terrificanti. I media israeliani, ormai arruolati nella lotta, tradiscono il loro ruolo impedendo al loro pubblico di vedere quello che sta realmente accadendo.

Si accontentano delle noiose e interminabili chiacchiere dei generali.

Ma il fatto che Israele non mostri quanto avviene a Gaza non significa che non vi sia in corso una catastrofe. Sabato più di un milione di persone, metà delle quali bambini, sono fuggite per salvarsi la vita o sono rimaste in un gesto suicida nelle loro case bombardate.

Anziani, donne, bambini, disabili, malati sono fuggiti verso sud, a piedi, sui cofani delle auto, sugli asini o in motocicletta, con pochissimi beni. Le persone si stanno dirigendo verso la loro rovina e lo sanno.

Non c’è nessuno nell’enorme corteo diretto a sud che creda di avere ancora una casa in cui tornare. Non c’è nessuno a cui non vengano in mente le scene della Nakba vissute dalle loro famiglie della generazione precedente, 75 anni fa. Sabato Gaza somigliava al Nagorno-Karabakh.

Dove andranno i palestinesi di Gaza? Dove si nasconderanno? Dove troveranno rifugio? In mare, forse. Non c’è elettricità né acqua, medicine o internet.

Questa espulsione è una punizione collettiva di massa che offre una premonizione di ciò che avverrà.

Israele sostiene che dal nord della Striscia di Gaza Hamas deve essere spazzato via, e poi si sposterà a sud. A due milioni di persone, o a quelle che rimarranno in vita, verrà quindi ordinato di fuggire di nuovo al nord per ripulire il sud.

La missione sarà compiuta. Le forze di difesa israeliane prenderanno nota della massa di vittime provocata e affermeranno che la maggior parte di esse faceva parte di Hamas. Si dirà che ogni adolescente era membro di Hamas. Più di 600 minori palestinesi sono stati uccisi già sabato pomeriggio, prima di qualsiasi invasione di terra. Non erano di Hamas.

Israele avrà vinto. Gaza sarà rasa al suolo. La rete di tunnel sotterranei di Hamas verrà sgombrata. Gli animali umani saranno assassinati. Il tanfo di morte che si alzerà dalla Striscia si mescolerà alle scene di chi muore di fame e di chi sta per morire negli ospedali stracolmi.

E il mondo continuerà a sostenere Israele. Israele è stato barbaramente attaccato e non aveva alternative. Gli ostaggi israeliani potrebbero pagarne il prezzo con la vita.

E il mattino spunterà su una Gaza in rovina. E poi cosa? Chi vi assumerà le redini del governo? Rappresentanti dell’Agenzia Ebraica [ente parastatale israeliano, ndt.]? Collaborazionisti di Gaza? E cosa ci guadagnerà Israele? E questo per non parlare di una guerra su più fronti che potrebbe anche scoppiare e cambiare completamente le regole del gioco.

Israele si sta imbarcando in un’operazione militare pericolosa e senza alcuna prospettiva di successo. Può chiedere al suo alleato a Washington cosa hanno prodotto le insensate guerre intraprese dall’America per cambiare i regimi nel mondo, quante persone sono state uccise inutilmente e chi ha preso il potere con le armi americane. Ma non abbiamo bisogno dell’America e nemmeno di pensare alla catastrofe palestinese per capire che siamo sulla soglia di un disastro storico anche per Israele.

Se questa missione verrà effettivamente portata a termine, e Israele ribalterà i governanti e gli abitanti della Striscia di Gaza, la cosa rimarrà impressa per generazioni nella coscienza del mondo arabo, del mondo musulmano e del Terzo Mondo. Una seconda Nakba impedirebbe a centinaia di milioni di persone in tutto il mondo di accettare Israele. Potrebbero esserci alcuni regimi arabi che all’inizio darebbero prova di moderazione, ma l’opinione pubblica nei loro Paesi non permetterebbe di mantenere a lungo tale moderazione.

Il prezzo verrebbe pagato da Israele, e sarà più alto di quanto Israele attualmente pensi. Israele sta per imbarcarsi in una guerra catastrofica –potrebbe persino averlo già fatto.

(traduzione dall’inglese di Luciana Galliano)

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