Le forze israeliane assaltano una scuola palestinese in Cisgiordania e confiscano un chiosco

La confisca del container usato come caffetteria della scuola ( Shatha Hammad MEE)
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Shatha Hammad dalla Cisgiordania occupata

28 ottobre 2019 – Middle East Eye

I servizi di sicurezza hanno assaltato una scuola primaria nel villaggio di Dahr al-Maleh, sostenendo che quella costruzione era illegale

Il capo del consiglio del villaggio ha detto a Middle East Eye che lunedì le forze israeliane hanno fatto irruzione in una scuola nel villaggio di Dahr al-Maleh in Cisgiordania, hanno demolito i suoi muri e confiscato un container che veniva usato come caffetteria.

Le forze israeliane hanno fatto irruzione nel villaggio alle 6,30 del mattino, hanno sfondato i cancelli della scuola primaria ed hanno buttato giù le porte, ha detto Omar al-Khatib.

La scuola elementare mista di Dahr al-Maleh, situata a sud di Jenin nella parte settentrionale della Cisgiordania occupata, era sotto la minaccia costante di demolizione e non le è stato concesso alcun permesso di costruzione per l’edificio.

Secondo Khatib, a causa della mancanza di spazio i genitori hanno donato alla scuola un container perché servisse da caffetteria e cucina. Le truppe israeliane hanno confiscato gli utensili, un frigorifero, una stufa a gas, strumenti per la pulizia e cancelleria, ha detto.

La scuola, nota anche come “Tahaddi (Sfida) 17”, ha aperto a gennaio con l’aiuto dell’Italia. Ha 38 studenti dai 5 ai 15 anni e otto insegnanti.

Nel novembre 2018 le forze israeliane hanno confiscato i materiali da costruzione mentre la stavano edificando. A giugno hanno portato via un trattore e altro materiale edile, mentre la scuola si stava ulteriormente allargando.

Le autorità israeliane affermano che la scuola è al di fuori del piano strutturale definito per il villaggio, benché le sue fondamenta siano solo 20 metri fuori dal perimetro, ha detto Khatib.

Israele ha emanato la decisione di demolire la scuola il 2 gennaio e l’avvocato del villaggio è riuscito a confermare la sua decisione”, ha aggiunto.

Salam Taher, direttrice scolastica a Jenin, ha detto che la costruzione della scuola “Challenge 17 ” è stata molto difficile ed è stata progettata dai genitori in segreto.

Abbiamo insistito nel costruire la scuola nella zona e fornire agli studenti un sicuro contesto di apprendimento, soprattutto perché il villaggio è molto lontano dagli altri e i ragazzi erano costretti ad attraversare ogni giorno il checkpoint per raggiungere la scuola”, ha aggiunto.

Taher ha assicurato che il Ministero dell’Educazione palestinese avrebbe continuato a fornire alla scuola la tutela legale necessaria e ad impedire ulteriori attacchi delle forze israeliane.

Non abbiamo altra scelta che sfidare e fronteggiare le aggressioni israeliane”, ha detto Taher.

In una dichiarazione il Ministero dell’Educazione palestinese ha fatto appello a tutte le organizzazioni dei diritti umani e umanitarie e ai difensori dell’educazione perché intervengano urgentemente per porre fine a queste violazioni, che colpiscono il diritto all’educazione garantito dal diritto internazionale e umanitario.

Il villaggio di Dahr al-Maleh è situato al di là del muro di separazione, esistente dal 2002. L’accesso è severamente limitato da checkpoint e le forze di occupazione israeliane consentono di entrare nel villaggio solo ai residenti e ai proprietari di terreni, causando un grave isolamento.

Secondo Khatib, il 7 ottobre 2018 le autorità israeliane hanno intensificato l’assedio al villaggio, che ha una popolazione di 550 persone, confiscando 199 ettari.

Il muro di separazione è situato nella parte meridionale del villaggio, mentre ad ovest c’è una base militare israeliana e ad est e a nord è circondato da diverse colonie.

Trenta famiglie di Dahr al-Maleh sono state costrette a spostarsi fuori dal villaggio poiché è stato loro vietato di ampliare le costruzioni esistenti o di sviluppare i terreni, ha detto Khatib.

I palestinesi di Dahr al-Maleh rimarranno e resisteranno con gli strumenti più semplici di cui dispongono”, ha detto.

Oggi chiediamo all’Autorità Nazionale Palestinese e a tutto il mondo di sostenere il villaggio e di stare al fianco del suo popolo che vive con risorse molto elementari e quotidianamente è preso di mira da Israele.”

(Traduzione dall’inglese di Cristiana Cavagna)

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