Il relatore speciale dell’ONU: la situazione dei diritti umani in Palestina continua ad essere terribile
Palestine Chronicle, Wafa, Media sociali
16 luglio 2020 – Palestine Chronicle
Mercoledì [15 luglio] il relatore speciale dell’ONU sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, Michael Lynk, ha reso pubblico il suo rapporto annuale, in cui affronta le illegali politiche israeliane di punizione collettiva nei confronti del popolo palestinese.
Evidenziando il ricorso sulle punizioni collettive da parte di Israele come uno “strumento fondamentale nella sua cassetta degli attrezzi coercitiva per il controllo della popolazione,” Lynk chiede ad Israele di “porre fine ad ogni misura che rappresenti una punizione collettiva.”
Il rapporto evidenzia le politiche e le prassi israeliane che costituiscono una punizione collettiva illegale, compreso il blocco durato 13 anni della Striscia di Gaza, le demolizioni punitive di case, il fatto di non consegnare corpi [di palestinesi uccisi, ndtr.] e le limitazioni alla libertà di movimento.
Nel suo rapporto Lynk presenta una lista di raccomandazioni, chiedendo a Israele di rispettare le leggi internazionali e l’opinione maggioritaria a livello internazionale, mettendo totalmente e rapidamente fine alla sua occupazione durata 53 anni del territorio palestinese.
Chiede anche al governo israeliano di interrompere ogni misura che rappresenti una punizione collettiva.
Mentre il rapporto è principalmente centrato sulla questione delle punizioni collettive, esso affronta anche “un certo numero di altri problemi, compresi la continua espansione delle colonie israeliane; l’incremento della violenza dei coloni; la detenzione di palestinesi; l’uso di prodotti delle colonie; la prevista annessione di parti della Cisgiordania palestinese da parte di Israele e il suo potenziale impatto; la situazione dei difensori dei diritti umani e l’impatto della pandemia di COVID-19.”
Shahd Qaddoura, consulente per le ricerche giuridiche e la difesa di Al-Haq [ong palestinese per i diritti umani, ndtr.], ha accolto positivamente il rapporto, affermando:
“Il rapporto del professor Lynk prende in esame una delle più consuete politiche israeliane di imposizione delle misure di punizione collettiva come strumento di repressione, controllo e dominazione contro il popolo palestinese per conservare il suo regime colonialista di insediamento e di apartheid. Mentre i palestinesi continuano a soffrire per l’assenza di giustizia e dell’obbligo di rispondere a livello internazionale, anche davanti alla Corte Penale Internazionale, Israele continua a beneficiare di una cultura dell’impunità creata illegalmente.”
(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)