Il rapporto “Starving a Generation” accusa Israele di aver trasformato in un’arma la fame come strumento genocida Defense for Children International – Palestine

Quando erano le Nazioni Unite e le ong a distribuire il cibo.
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Defense for Children International – Palestine

24 giugno 2025 – DCIP

Ramallah, 24 giugno 2025 – Oggi Defense for Children International – Palestine, in collaborazione con Doctors Against Genocide, ha pubblicato un rapporto in cui afferma che le autorità israeliane hanno deliberatamente trasformato in un’arma la fame come metodo per il genocidio, con conseguente morte e sofferenza evitabili di bambini palestinesi a Gaza che avranno un impatto negativo per le future generazioni.

“Starving a Generation: Israel’s Famine Campaign Targeting Palestinian Children in Gaza” [Affamare una generazione: la campagna israeliana di carestia che prende di mira i bambini a Gaza] documenta 33 casi di bambini vittime della fame nella Striscia di Gaza raccolti dai ricercatori sul campo di DCIP tra il 7 ottobre 2023 e il 21 maggio 2025. In nove di questi casi il bambino è morto. Questi bambini, tutti morti per denutrizione, avevano da una settimana a 10 anni di vita. Degli altri 24 casi che documentano bambini che soffrono tuttora gli effetti della mancanza di cibo, 14 hanno meno di un anno, cinque sono nella prima infanzia e cinque hanno un’età scolare. Cinque sono affetti da malattie croniche. Questi casi rappresentano solo una piccola frazione del numero esatto, in quanto i continui bombardamenti, l’assedio e il blocco agli aiuti da parte di Israele rendono impossibile una documentazione esaustiva.

“Il mondo ha assistito in tempo reale alla morte per fame dei bambini palestinesi fin dai primi giorni del genocidio israeliano a Gaza e ha rifiutato di intraprendere azioni significative per salvarli,” afferma Miranda Cleland, incaricata alla sensibilizzazione di DCIP e una degli autori del rapporto. “Questo rapporto include 33 casi di bambini privati di cibo, ognuno dei quali rappresenta un bambino la cui vita sarà pregiudicata per sempre. La carestia che è in atto oggi a Gaza avrà un impatto permanente e catastrofico su bambini e famiglie palestinesi per generazioni.”

“Non potrebbe essere più chiaro di così: Israele intende affamare i palestinesi per cacciarli e distruggerli,” afferma Kathryn Ravey, incaricata alla sensibilizzazione di DCIP. “Israele sta contravvenendo a ogni norma intesa a evitare e punire un genocidio e la comunità internazionale non solo consente che ciò avvenga, ma sta attivamente traendo profitto dal genocidio da parte di Israele sia attraverso la vendita di armi che le continue facilitazioni al commercio e la protezione diplomatica.”

Doctors Against Genocide ha contribuito con un ampio capitolo sulle conseguenze devastanti sui bambini della mancanza di cibo riguardo alla salute, allo sviluppo e alla psicologia. Avverte degli effetti a lungo termine e spesso irreversibili, compresi arresto della crescita, danni neurologici, sistema immunitario indebolito e deterioramento cognitivo permanente.

“Guardate lo sguardo vuoto del bambino,” afferma in un’intervista con Doctors Against Genocide il dottor Ahmed Al-Faraa, primario di pediatria dell’ospedale Nasser di Khan Younis, dove molti dei bambini citati nel rapporto hanno ricevuto cure, parlando di Amro, due anni, un paziente affetto da gravissima malnutrizione acuta: “Potete vedervi un sacco di domande: dov’è mia madre? Dov’è mio padre? Cos’ho fatto per essere punito in questo modo? Bambini come Amro non riescono a piangere. Il personale che si occupa del bambino si sente molto triste e piange a causa della tristezza (che provano) per lui.”

Il rapporto afferma che le forze e i politici israeliani hanno sistematicamente e deliberatamente colpito i sistemi di produzione e distribuzione del cibo, attaccato i convogli umanitari e bloccato l’ingresso di aiuti a Gaza. Documenta anche la morte di bambini in zone come il nord di Gaza, totalmente tagliata fuori dagli aiuti e dai rifornimenti. Alcune famiglie raccontano di non essere state in grado di nutrire i propri figli in quanto le stesse madri erano troppo malnutrite per poterli allattare e il latte artificiale era introvabile.

I principali risultati del rapporto sono i seguenti:

  1. La mancanza di cibo si è manifestata nella Striscia di Gaza almeno dall’inizio del 2024, quando i primi bambini palestinesi sono morti di fame a causa del blocco israeliano del nord di Gaza.

  2. La mancanza di cibo per i bambini è un meccanismo fondamentale nella campagna genocida di Israele e lo è stato fin dall’inizio, prendendo di mira le attuali e future generazioni di bambini e famiglie palestinesi.

  3. Il rifiuto della comunità internazionale a denunciare la carestia, riconoscere le intenzioni genocide dei politici israeliani e spezzare l’assedio israeliano ha spianato la strada alla mancanza di cibo per ancor più bambini.

  4. Neonati, lattanti e bambini con malattie croniche sono tra i più vulnerabili agli effetti della denutrizione e disidratazione.

  5. La carestia in corso ora a Gaza avrà un impatto negativo sui bambini e sulle famiglie palestinesi per le generazioni future.

Il rapporto mette in risalto la militarizzazione dell’aiuto attraverso l’uso di contractor della sicurezza privata con sede negli USA, che ora gestiscono a Gaza “centri di distribuzione” letali, dove centinaia di palestinesi sono stati colpiti o uccisi mentre cercavano di ottenere cibo. La presenza di questi contractor armati, lungi dal garantire sicurezza, ha aggravato i rischi che devono affrontare civili già ridotti alla fame.

L’analisi giuridica del rapporto conclude che le politiche israeliane per affamare la popolazione costituiscono crimini di guerra, contro l’umanità e azioni genocide.

La DCIP chiede agli Stati e alle istituzioni internazionali di interrompere immediatamente l’assedio contro Gaza, garantire un accesso umanitario senza impedimenti ed equo, consentire urgenti evacuazioni per ragioni di salute, imporre a Israele un embargo alle armi e ai finanziamenti e appoggiare pienamente meccanismi di responsabilizzazione presso la Corte Penale Internazionale e la Corte Internazionale di Giustizia. Soprattutto, la comunità internazionale deve prendere ogni iniziativa necessaria per porre fine al genocidio in corso contro il popolo palestinese.

(traduzione dall’inglese di Amedeo Rossi)