Secondo esperti dell’ONU donne e ragazze palestinesi nelle carceri israeliane subiscono stupri e aggressioni sessuali

Due donne camminano accanto alle macerie di un edificio bombardato a Rafah alla fine di ottobre 2023. Foto: AFP
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Katherine Hearst

19 febbraio 2024 – Middle East Eye

I relatori condannano anche episodi di ‘esecuzioni arbitrarie’ di donne e minori durante la guerra di Israele contro Gaza

Lunedì esperti ONU hanno denunciato stupri e aggressioni sessuali di donne e ragazze palestinesi detenute dagli israeliani.

Gli esperti indipendenti, che fanno parte dei meccanismi di accertamento e monitoraggio del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU, hanno confermato in una dichiarazione di aver ricevuto resoconti di detenute palestinesi sottoposte a “varie forme di aggressioni sessuali,” con almeno due che sarebbero state stuprate mentre altre sarebbero state minacciate di stupro e violenza sessuale. 

Hanno anche descritto donne perquisite da ufficiali israeliani maschi e osservato la circolazione di immagini degradanti di detenute messe online da soldati israeliani.

Il comunicato cita anche almeno una segnalazione di una donna che sarebbe stata tenuta in una gabbia esposta agli elementi.

Secondo il comunicato, dal 7 ottobre “centinaia” di donne e ragazze palestinesi sono state detenute arbitrariamente e sottoposte a “trattamenti disumani e degradanti,” come aggressioni sessuali, pestaggi e privazioni di cibo, medicine e prodotti per il ciclo.

Gli esperti hanno anche espresso “sgomento” per i resoconti di esecuzioni arbitrarie di donne e minori palestinesi che si erano rifugiate o scappavano dall’aggressione israeliana.

Quando sono state uccise dall’esercito israeliano o da forze affiliate avrebbero sventolato bandiera bianca,” dicono gli esperti.

A gennaio un video pubblicato d Middle Est Eye ha mostrato Hala Rashid Abd al-Ati in fuga da Gaza City che veniva uccisa mentre il nipote sventolava una bandiera bianca.

Il documento sottolinea che un numero sconosciuto di donne e minori palestinesi sarebbe scomparso dopo essere entrato in contatto con l’esercito israeliano. 

Gli esperti aggiungono di aver ricevuto “resoconti inquietanti di almeno una neonata portata in Israele con la forza dall’esercito israeliano e di minori separati dai genitori e che non si sa dove si trovino”.

Israele ha respinto le accuse giudicandole “spregevoli e infondate.”

“È chiaro che i co-firmatari sono motivati non dalla verità ma dal loro odio per Israele e il suo popolo,” dicono le autorità israeliane in un comunicato.

Tipologia di una tendenza

Gli esperti hanno richiesto un’indagine indipendente riguardo le asserzioni che secondo loro “costituiscono gravi crimini ai sensi del diritto penale internazionale che potrebbero essere perseguite ai sensi dello Statuto di Roma.”

I responsabili di questi presunti crimini devono essere ritenuti responsabili e le vittime e le loro famiglie hanno diritto ad avere giustizia e a un risarcimento,” aggiungono.

A dicembre la Commissione per gli affari dei detenuti ed ex detenuti dell’Autorità Palestinese ha confermato che al momento nelle carceri israeliane si trovano almeno 142 donne, anche anziane e bambine piccole. 

In una dichiarazione comune con il Club dei Prigionieri Palestinesi la commissione riferisce di “crimini orrendi” perpetrati contro le prigioniere. 

Dal 7 ottobre donne e ragazze rappresentano il 70% delle morti a Gaza, mentre dal 2008 al 7 ottobre 2023 esse rappresentavano meno del 14% delle 6.542 morti palestinesi documentate dall’ONU.

Il massacro autorizzato di decine di migliaia di civili a Gaza, di cui il 70% donne e bambini, non può essere considerato nient’altro che la tipologia di una tendenza che esiste da tempo: il nostro ingresso ufficiale in uno spazio e tempo in cui non c’è nessuna considerazione per le vite, la dignità e l’umanità di donne e bambini. Punto,” ha scritto a gennaio su Middle East Eye Reem Alsalem, il relatore speciale sulla violenza contro donne e ragazze.

L’attacco guidato da Hamas contro il sud di Israele il 7 ottobre ha massacrato 1.139 persone, in grande maggioranza civili. Circa 240 persone sono state rapite e portate come ostaggi a Gaza.

Il successivo attacco israeliano contro Gaza ha ucciso circa 30.000 palestinesi, in maggioranza donne e minori, e distrutto quasi tutte le infrastrutture civili e le abitazioni dell’enclave. 

I feroci bombardamenti israeliani di obiettivi civili ha spinto il Sudafrica a intentare una causa presso la Corte Internazionale di Giustizia accusando Israele di genocidio contro il popolo palestinese a Gaza.

Il 26 gennaio la Corte ha annunciato misure provvisorie che chiedono ad Israele di impedire e punire atti e incitamento al genocidio. 

(traduzione dall’inglese di Mirella Alessio)